
Given the meltdown of the nuclear core at Fukushima I approached Andrea Moorhead’s Fukushima Dreams (www.finishinglinepress.com ISBN 978-1-64662-925-1 36 pages perfect bound $14.99) with some trepidation. Would they be dreams or nightmares? The opening poems, imagistic, naturalistic, had me wondering where Andrea was going with this. Then in the third poem, Letter from Fukushima, came the line, ‘nothing glows here, it’s all in the mind,’ and I was reassured that we were remotely sharing the same event and its consequences. Except, as she shows, life goes on, persisting there in its many small events. There are poems here that take our fear and, while offering no false reassurance, lead us via imagined characters through a dreamed landscape. This is the almost insidious imagery that I’ve come to expect from Andrea. There is a lingering here, not only over the pictures created, but throughout an underlying sense of heart-heavy dread.
Sam Smith, The Journal #68


I testi sono tratti da: Laura Caccia, La terza pagina, Book editore, Fuori collana, 2023. In copertina l’immagine è dell’autrice, Cadenza 1, olio su tela, 1985.
Tutte le pagine che compongono La terza pagina di Laura Caccia sono costruite come un dittico di strofe in versi e in prosa (più che strofe sequenze ritmiche, campiture pittoriche, poèmes en prose); la poesia è stampata in carattere tondo e la prosa in corsivo, ad eccezione del prologo. Ne deriva una struttura rituale e musicale, un andante pacato che compone e ricompone un equilibrio di contrasti. Il lettore è guidato, ipnoticamente, senza interrogarsi sulla differenze fra senso e suono, a percorrere le tracce di una via maestra ma minima che mescola toni e risonanze, inventa limiti, li sconfina, li reinventa ancora, ma sempre nell’ottica di una pace, di una interezza cercata e raggiunta dal poeta-pittore, nel suo intimo paesaggio. Così Laura Caccia scrive nella prosa, poetica e teorica insieme, Osare scrivere di felicità, che mette fine al libro, anzi lo apre verso nuovi orizzonti: «Lasciarmi sorprendere dalla bellezza. Screpolare da un nome. Annodarvi tralci, monconi di azzurro e di ocra. Sentirvi vibrare echi e contatti, la musica del vento, un respiro comune. E passeggiare tra i vigneti lungo i filari ordinati della scrittura quando il sole vi stempera i suoi inchiostri rossastri. E deviare oltre, smarginare. Svoltarmi all’altro, all’inaspettato. Assaporare l’incontro. Rendere fertile lo strappo, l’errare. Quali gradazioni dare a tutto. Forse esiste una terza pagina del foglio, quella assente, quella di un sentire felice. Una pagina che potrebbe dare forma a quello che alla vita appare confuso. Affrescare con tratti di fulgore il corpo precario e ferito dell’esistere. Farne intuire l’intero. Dipingere la luce ancora bagnata. Osare scrivere di felicità.»
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Laura Caccia (Varallo Sesia, 1954), laureata in filosofia presso l’Università agli studi di Torino con una tesi di estetica, relatore Gianni Vattimo, si dedica per diversi anni alla pittura. Il passaggio alla poesia avviene con Asintoti (Opera Prima, Anterem – Cierre Grafica, 2004). Nel 2012 si aggiudica il Premio Lorenzo Montano per la raccolta inedita con D’altro canto (Anterem Edizioni, 2012). Fa parte del Comitato di lettura di Anterem Edizioni, della giuria del Premio di Poesia e Prosa Lorenzo Montano ed è nella redazione della rivista Osiris, con sede a Greenfield, Massachussets, USA. Sue poesie e note critiche sono apparse su riviste, siti, antologie.
Marco Ercolani: Scritture, 14 Marzo 2023.